SMART WORKING E CONTROLLO DEI DIPENDENTI
Lo “smart working” è diventato ormai una normalità nel mondo del lavoro. Tale nuova importanza sostanziale pone, però, il tema fondamentale delle possibilità e dei limiti del controllo sull’attività dei dipendenti da remoto. Trovano spazio in questo tema il diritto del lavoro e della privacy, in relazione con il diritto penale e la responsabilità 231.
Infatti, oggi il diritto penale tutela i lavoratori anche da violazioni civilistiche, sanzionando imprenditori e manager che adottino modalità di controllo dei dipendenti senza rispettare i limiti e le procedure previste dalle normative del lavoro e della privacy.
I controlli sui lavoratori si distinguono in due macro-categorie: i) i controlli rivolti alla tutela del patrimonio, previsti all’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, oggetto di forti limiti normativi sanzionati anche penalmente; ii) i controlli che derivino dall’utilizzo di strumenti necessari per la prestazione lavorativa.
Questo secondo genere di controlli sembra privo di un proprio presidio penalistico, poiché a questi non può essere estesa la contravvenzione di cui all’art. 38 dello Statuto.
Tuttavia, non può escludersi che, nell’utilizzo irregolare di eventuali modalità di controllo connesse agli strumenti telematici di lavoro, possa ricorrere un reato informatico o un reato relativo al trattamento illecito dei dati personali (artt. 615-ter, 615-quater, 615-quinquies, 617-quater), rilevanti ai fini della responsabilità dell’ente ove sussistano interesse e vantaggio per l’impresa.
Sarà, dunque, necessario porre una grande attenzione alla compliance normativa sia per evitare di incorrere nella responsabilità amministrativa dell’ente o nelle sanzioni per violazioni del GDPR, sia per garantire ai dipendenti un’organizzazione attenta al loro benessere.
In tal senso, DOMYNO offre assistenza alle aziende per gestire il proprio smart working nell’assoluto rispetto delle norme senza rischi o danni.